Fondi di investimento, ad agosto raccolti 5,4 miliardi

Un altro dato positivo. Ad agosto l’industria del risparmio gestito ha incassato complessivamente 5,4 miliardi, circa un miliardo in meno rispetto a luglio, ma comunque una cifra che ha permesso al settore di raccogliere dall’inizio dell’anno 52,5 miliardi, eguagliando l’ammontare incassato nel corso dell’intero 2005. Insomma, lasciata la crisi alle spalle, il 2013 potrebbe addirittura diventare l’anno migliore del decennio, almeno in termini di flussi.

Ancora una volta sono state le gestioni collettive a portare in dote il saldo più consistente (3,3 miliardi), mentre dalle gestioni di portafoglio di miliardi ne sono arrivati 2,2. Protagonisti indiscussi ad agosto sono stati i fondi aperti, attraverso i quali nelle casse dei gestori sono entrati 3,3 miliardi, e i mandati istituzionali, con flussi per oltre 2 miliardi.

In rialzo anche il patrimonio totale che ha sfiorato i 1.270 miliardi (dei quali 569 in capo alle gestioni collettive e 701 a quelle di portafoglio) e ha registrato l’ennesimo record.

I fondi
Non ci sono grandi novità rispetto a luglio nella destinazione dei flussi. Sono ancora i flessibili la tipologia più gettonata che, grazie soprattutto al contributo dei fondi a cedola, hanno portato a casa 2,3 miliardi. E fin qui nulla di nuovo. La novità riguarda, invece, i fondi monetari che sono tornati a essere oggetto di un timido interesse da parte dei sottoscrittori, come dimostra il saldo di 358 milioni. Hanno innestato la marcia indietro, invece, gli azionari; dopo il buon andamento di luglio sono stati l’unica categoria a chiudere agosto in territorio negativo (-33 milioni). Per quanto riguarda il domicilio, i prodotti di diritto italiano hanno confermato il buon andamento con un dato positivo per 1,3 miliardi, ma i più ricercati restano gli esteri con una raccolta di oltre 2 miliardi.

Le performance.
Su base annua sono gli azionari Italia i top performer con una rivalutazione media del 19%. Pollice verso, invece, per azionari e obbligazionari specializzati nei paesi emergenti in perdita rispettivamente per il 5,7 e per il 5,4%. Tra i singoli prodotti i migliori sono quelli che hanno puntato sull’Italia, in particolare sulle Pmi, sul settore finanziario e nell’area asiatica (il fondo più brillante in assoluto è stato Interfund Equity Japan). Più penalizzati i prodotto emergenti (chiude la graduatoria un altro fondo Interfund specializzato però sui bond giapponesi).