Mutui, il decreto Imu allarga i cordoni delle banche: ecco il fondo ‘tax-free’

Sarà a fiscalità agevolata, e si rivolge ai nuovi prestiti per acquistare o ristrutturare ma anche al sostegno dei canoni esistenti. E per gli atipici pensare al mutuo non è più un tabù.

Due miliardi: a tanto ammonta la quota che il decreto Imu consegna alla Cassa depositi e prestiti per dare ossigeno ad un comparto, quello dei mutui, che nell’ultimo anno ha segnato un pesantissimo -50 percento.

Le ragioni del crollo stanno tutte nella spirale creditizia: incertezza dei redditi da un lato e mancanza di liquidità bancaria dall’altro hanno determinato una contrazione di risorse che, nei fatti, ha paralizzato il mercato del nuovo come dell’usato. Se nel 2011 le banche hanno aperto i cordoni per 55 miliardi, l’anno successivo il conto dei mutui concessi non arriva a 26.

Ora gli istituti potranno accedere al fondo della Cdp che, fortunatamente, parte col piede giusto: sarà infatti completamente ‘tax-free‘, esente da qualsiasi imposta di registro, di bollo, ipotecaria, catastale come pure — recita l’articolo 6 del decreto Imu 102/2013 — da «ogni altra imposta indiretta, nonché ogni altro tributo o diritto». Non è chiaro, finora, se questa fiscalità neutra farà piovere vantaggi anche sulle famiglie che stipuleranno i mutui con quelle banche.

Nelle previsioni di palazzo Chigi, la misura dovrebbe produrre una crescita tra i 3 e il 5 percento del mercato immobiliare; resta comunque da attendere che, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto (più o meno tra un mese), Abi e Cdp definiscano con precisione la platea di destinatari e le condizioni di accesso a questi mutui. Di sicuro saranno dedicati a chi intende acquistare o ristrutturare l’abitazione principale.

Il pacchetto di provvedimenti guarda anche alle giovani coppie, genitori soli con figli piccoli e lavoratori atipici, stanziando 60 milioni per un Fondo di garanzia destinato ai mutui in loro favore. Requisiti fondamentali saranno avere un reddito Isee complessivo non superiore a 40 mila euro, chiedere un prestito fino a un massimo di 200 mila euro per un immobile che non sia di lusso e la cui superficie non superi i 95 metri quadrati. Tradotto: per gli under 35 senza lavoro fisso l’acquisto della prima casa sarà meno inavvicinabile.

Per chi un mutuo già ce l’ha, invece, arrivano 40 milioni per il Fondo di copertura della morosità incolpevole gestito dalla Consap. Sarà destinato a famiglie il cui mutuo grava su più del 30 percento del reddito, ma che comunque non deve essere superiore a 30 mila euro secondo l’indicatore Isee. Per poter essere ammessi all’agevolazione che può sospendere le rate fino a 18 mesi, bisogna avere un’ipoteca sotto i 250 mila euro e dimostrare di aver perso il lavoro o l’autosufficienza per malattia grave o handicap. Più una ciambella di salvataggio che rifugio sicuro: il fondo non rimborserà tutti gli importi ma solo gli interessi delle rate sospese.

Oltre al mercato delle compravendite anche quello degli affitti sta conoscendo una contrazione che da moderata, fino al 2012, si è fatta galoppante negli ultimi mesi. Un meno 30 percento dei contratti che non corrisponde ad una diminuzione del bisogno di casa, anzi. Perciò altri 60 milioni vanno al fondo che eroga contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione. Saranno i Comuni a gestire bandi e graduatorie a vantaggio dei cittadini con reddito annuo complessivo non superiore a due pensioni minime Inps, rispetto alle quali l’incidenza del canone non deve essere inferiore al 14 percento.