Borse, Zurigo -15% in due giorni. Euro ai minimi da 11 anni sul dollaro e sotto la parità con il franco. Lo spread crolla a 126

grafico-borsa-madrid-epa-telefoto-kHX--258x258@IlSole24Ore-WebÈ ancora alta la tensione sui mercati all’indomani della mossa a sorpresa con cui la Banca nazionale svizzera ha sganciato il franco dal cambio fisso con l’euro. In una giornata dall’andamento particolarmente volatile, le Borse europee terminano comunque in rialzo (+2,18% per Milano) con il Dax di Francoforte che tocca anche un nuovo massimo storico. In attesa delle mosse espansive della Bce, che gli operatori vedono avvicinarsi sempre di più, precipitano i rendimenti dei titoli di Stato: il BTp decennale crolla all’1,67% (1,72% per i terminali Reuters, che da oggi utilizzano un nuovo benchmark con scadenza marzo 2015) per uno spread sul Bund a 126 punti base. A picco anche l’euro, scivolato ai minimi da oltre 11 anni sotto 1,15 dollari (euro/dollaro e convertitore di valuta).

Negativi i rendimenti del titolo decennale elvetico
Continua a scendere la Borsa di Zurigo, che oggi ha perso il 6% dopo il -8,6% di ieri, per un crollo che in due giorni ha sfiorato il 15 per cento. Un effetto però in parte mitigato dall’apprezzamento del franco svizzero, che ha costretto l’euro sotto la parità (0,98). Da segnalare anche la discesa in territorio negativo del tasso sui titoli di Stato decennali elvetici: un effetto collegato anche alla decisione della Bns di tagliare i tassi a breve a -0,75%. È la prima volta che il rendimento di un decennale scende al di sotto dello zero in un Paese con un’economia sviluppata. L’oro, di riflesso, ha registrato i massimi da 4 mesi a 1.270 dollari l’oncia (segui le quotazioni in diretta).

Occhi puntati sull’inflazione europea in chiave Bce
Mentre restano ancora da valutare in pieno gli effetti dirompenti provocati dall’apprezzamento del franco svizzero, il mercato è tornato oggi a fare i conti con le attese sulle future mosse della Banca centrale europea (Bce). I dati definitivi sui prezzi al consumo di dicembre nell’Eurozona, la cui dinamica è cruciale per la decisione che il board di Francoforte si troverà a prendere giovedì prossimo 22 gennaio, hanno confermato il calo (-0,2% tendenziale) evidenziato nelle cifre preliminari. Anche in Germania si è assistito a un rallentamento (+0,1%). Le aspettative per il lancio di un piano di acquisto di titoli di Stato dell’area euro su scala massiccia si sono del resto fatte ancora più pressanti dopo la mossa a sorpresa sul cambio operata da Berna.

Nei guai diversi broker sui cambi
Giornata di dati sull’inflazione pure negli Stati Uniti, dove i prezzi al consumo sono scesi a dicembre dello 0,4% rispetto al mese precedente (+0,8% annuo) e dove la produzione industriale è scesa dello 0,1%. Goldman Sachs ha pubblicato i dati sul quarto trimestre 2014 che evidenziano un calo degli utili dovuto alla frenata dei ricavi da trading, ma che sono sostanzialmente migliori delle attese. Primi contraccolpi nel frattempo per i broker sui cambi per via della tempesta legata al franco svizzero: le perdite significative dei clienti di Fxcm peseranno per circa 225 milioni di dollari sui bilanci del gruppo Usa, che crolla a Wall Street (-92%): in suo aiuto potrebbe arrivare Jefferies con un’iniezione da 200 milioni di dollari. Ancora peggio è andata alla britannica Alpari (sponsor della squadra di calcio del West Ham), costretta a chiedere il fallimento.

Coeuré: giovedì prossimo valuteremo l’ammontare del Qe
Intanto Benoit Coeuré, il membro francese che siede nel Consiglio direttivo dell’Eurotower è tornato stamani sul tema «quantitative easing» parlando ad alcuni quotidiani europei. Specificamente riguardo all’incontro di giovedì prossimo, Coeuré ha detto: «Prenderemo in considerazione le esperienze Usa e britanniche per valutare l’ammontare delle
obbligazioni da acquistare in modo da ristabilire sul mercato la fiducia sul fatto che l’inflazione torni a un livello vicino e sotto il 2%». Qualsiasi programma di
“quantitative easing”, ha poi aggiunto il francese, «deve essere grande per essere efficace».

Fonte : Il Sole 24 Ore