Il petrolio, la materia prima che fa girare il mondo e «ballare» i mercati

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La scorsa estate per acquistare un barile di petrolio servivano 115 dollari. Oggi, nonostante nel frattempo il dollaro si sia apprezzato sulle principali valute globali, ce ne vogliono 45. Il calo del petrolio è indubbiamente il market mover dei mercati degli ultimi mesi. E’ frutto di una sorta di guerra fredda tra i Paesi Opec (guidati dall’Arabia Saudita) e Stati Uniti (che nel frattempo sono divenuti forti produttori).
Dal 2006, la produzione americana di petrolio è quasi raddoppiata, passando da 5 milioni di barili di petrolio equivalente (Boe) agli attuali 9 milioni, superando anche le attese più ottimistiche. L’Arabia insiste nel voler mantenere alta la produzione, il che sta facendo scendere il prezzo e sta costringendo molte società statunitensi specializzate nello shale oil a chiudere i battenti. Secondo il principe saudita Alwaleed bin Talal: «Sono sicuro che non vedremo più prezzi a 100 dollari al barile». Insomma, le tensioni sul prezzo del barile sembrano destinate a durare.

Fonte : Il Sole 24 Ore