Voluntary Disclosure – emergono i primi dubbi interpretativi

logo_trasparenteCome da noi temuto sulle polizze vita l’Agenzia delle entrate mette paletti rigidi propendendo per la riqualificazione dello strumento assicurativo in uno finanziario. L’applicazione interpretativa, più stringente rispetto al passato, sta emergendo proprio in queste settimane in relazione all’esame delle istanze di voluntary discosure. Molti studi professionali hanno evidenziato, infatti, che il telefono del contraddittorio preventivo squilla, sottolineando il divario dei calcoli presentati dal professionista, rispetto al punto di vista del fisco, quando ci sono di mezzo le polizze vita. Si tratta di quelle polizze cosiddette a «mantello» o comunque ad alto contenuto finanziario che secondo l’agenzia sono gestioni patrimoniali individuali.

L’invito dunque è a rifare i calcoli riqualificando lo strumento. Inoltre le divergenze di interpretazioni fiscali tra amministrazione e professionisti ma anche e soprattutto tra uffici dell’Agenzia delle entrate, balzano agli occhi quando si entra nel campo delle donazioni indirette sempre legate al tema del rimpatrio dei capitali. Approcci variabili, inoltre in tema di frontalieri e di prelevamenti di una certa consistenza in quanto il fisco obietta l’utilizzo personale.

Sono questi alcuni degli spunti emersi da una ricognizione di ItaliaOggi con gli studi di consulenza fiscale più importanti di Milano. I professionisti sono stati interpellati sulla fase due della voluntary disclosure. Una fase che, da un lato, vede aperto e pulsante il canale con l’Agenzia delle entrate, dall’altro lato la partita, appena agli inizi, è tutta sulla strategia della gestione patrimoniale delle ricchezze emerse per i propri clienti.

Fonte MSN