Fondi comuni, la beffa per tutti gli investitori 400 milioni di commissioni pagate ai gestori

Fondi comuni, la beffa per tutti gli investitori 
400 milioni di commissioni pagate ai gestori

I tecnici del settore le chiamano “performance fee”. O anche commissioni d’incentivo, per dirla in italiano. Tradotto in parole povere significa una tassa supplementare sul risparmio. Questa volta però i soldi non vanno allo Stato. È un balzello privato, che arricchisce banche e società di gestione di fondi d’investimento. Ecco qualche numero: solo nei primi tre mesi di quest’anno, gli italiani hanno pagato oltre 400 milioni a titolo di performance fee. Questa è la somma complessiva incassata da Anima, Azimut, Banca Generali e Mediolanum, i quattro marchi del risparmio gestito quotati in Borsa.
Tutto bene? Mica tanto. In altri mercati, per esempio negli Stati Uniti, questi premi extra di fatto non esistono. In Italia invece le commissioni di incentivo, legate all’andamento del fondo, vanno ad aggiungersi a quelle ordinarie. E, a ben guardare, si scopre che in molti casi il compenso supplementare non è proporzionale al rendimento. Peggio ancora: a volte i sottoscrittori sono costretti a pagare anche se i risultati sono stati negativi. Risultato: un fiume di denaro finisce nelle casse delle società di gestione del risparmio, in sigla Sgr.
Piove sul bagnato, perché di questi tempi i fondi d’investimento navigano nell’oro. La raccolta è ai massimi storici. Nel 2014 gli italiani hanno affidato ai gestori qualcosa come 88 miliardi di euro, il triplo rispetto all’anno precedente. E quest’anno la raccolta ha superato i 35 miliardi in soli tre mesi. Tanto successo è dovuto in buona parte al crollo dei rendimenti dei titoli di Stato. Il popolo dei risparmiatori si affida ai fondi nella speranza di guadagnare qualcosa in più rispetto alle misere cedole dei Btp.
Ecco spiegato, allora, perché Azimut ha appena festeggiato il “miglior trimestre nella storia del gruppo”, come si legge nel comunicato che accompagna i conti chiusi al 31 marzo scorso con utile di 128 milioni, più del triplo rispetto all’anno prima. Corre anche Banca Generali: 98 milioni di profitti in tre mesi, contro i 39 milioni fatti segnare nella prima trimestrale del 2014. Numeri strepitosi, non c’è che dire. E anche in Borsa i titoli delle società di gestione continuano a correre a gran velocità. Negli ultimi sei mesi hanno fatto segnare in media un rialzo vicino o di poco superiore al 60 per cento.

Fonte : L’Espresso